Casa Nemorense

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domenica, settembre 09, 2007

Tanto per farli un po' rivoltare nella tomba.

Riportiamo qui una testimonianza di enorme importanza per la storia della psicologia: il dialogo che portò alla celebre rottura fra Freud e Jung.
Un giovane medico chiamato Otto Stangler fu testimone dello storico dissidio e ha riportato lo scambio di battute fra i due celebri personaggi.

(Entrambi seduti nello studio di Freud.)
Jung: Allora, carissimo, cosa mi potete dire della vostra giornata?
Freud: Ah niente di che, oggi ho ricevuto quella mia nuova paziente viennese che ho da una settimana e stamattina non ho fatto altro. Lei cosa mi dice?
Jung: Sono appena arrivato in treno da Zurigo, è stato un piacevole viaggio. Ho anche trovato il tempo di dormire un attimo.
Freud: Ah davvero? Ha fatto qualche sogno in particolare?
J: Ah non saprei…era tutto molto confuso, vedevo un uomo in lontananza con un bastone da passeggio, ma era tutto molto confuso….
F: Mi sta dicendo che non ci vedeva un cazzo?
J: Bhe…diciamo di sì…
F: Perfetto! E’ tutto molto chiaro…la figura in lontananza era suo padre, il bastone rappresenta il suo fallo e la lontananza esprime il suo senso di inferiorità nei confronti del fallo paterno. Dicendo che lei non ci vedeva un cazzo significa che lei nega questa inferiorità nei confronti della figura paterna col fallo superiore perché nega il suo fallo in modo che lei possa compiere con successo l’incesto!
J: Questa interpretazione mi sembra alquanto ardita…
F: Invece no! Del resto lei ha fatto questo sogno mentre stava su un treno...un chiaro simbolo fallico. Lei vuole sconfiggere suo padre nel campo della misura fallica.
J: Devo confessarle che sono un po’ scettico. Non è la prima volta che giunge a simili conclusioni…come quella volta in cui le ho detto che sognavo di entrare in una cattedrale con due campanili ai lati e in testa portavo un cappello a cilindro.
F: Come poteva essere più chiaro di così? Lei sognava una penetrazione violenta di una donna (i campanili della cattedrale sono simbolo delle terga femminili) e il cappello a cilindro indica la presenza di una forte eccitazione sessuale.
J: Non vedo perché dovrebbe per forza così. Io penso che indichi un desiderio inconscio di qualcosa di più elevato, un’aspirazione al sacro.
F: Quisquilie mio giovane amico! Purtroppo capisco la forte resistenza nei confronti di questa interpretazione rivoluzionaria. Il cilindro indica che lei sente di non aver un fallo sufficiente per soddisfare una femmina e che quindi vuole una protuberanza che le faciliti le cose.
J: Ma cosa sta dicendo?!
F: Suvvia, non faccia così. Io sono un estroverso secondo la sua descrizione dei tipi, sono molto concreto, molto diretto.
J: Lei non è estroverso, lei è uno stronzo!
F: Io? Uno stronzo?! Si comporti civilmente e accetti i messaggi che provengono dal suo inconscio e se ne faccia una ragione: lei ce l’ha piccolo!
J: La smetta di fare così! Lei sta proiettando le sue paure su di me: è lei che ce l’ha piccolo!
F: Ma che dice: è lei che sta proiettando su di me la sua proiezione!
J: No! Lei sta proiettando la proiezione della mia proiezione sulla sua proiezione!
F: Le sue continue resistenze sono una manifestazione del suo conflitto edipico. Dovremmo approfondire…
J: Ma vada a cagare!
F: Io?! A cagare?! Io cago come e quando voglio! Io ho superato da un bel pezzo la mia fase anale!
J: Ah sì? In compenso però mangia mezzo barattolo di prugne al giorno. Appena sono entrato nel suo studio ha sparato uno scorreggione….

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