Casa Nemorense

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lunedì, novembre 26, 2007

Psicologia della vecchiaia.

Sto seguendo il corso di Sviluppo “Sviluppo sessuale e affettivo” della prof Simonelli. E’ una ficata ed è qualcosa di completamente diverso da quello che facciamo nel nostro. Per i maliziosi: mi trovo bene nel mio corso di laurea, sono soddisfatto della mia scelta e, anche se a volte lo critico non preferisco gli altri, ho solo intenzione di dare esami di altri corsi di laurea per avere una conoscenza più completa. Il corso di Sviluppo, ad esempio, non ho mai avuto intenzione di farlo e ora ne sono sempre più convinto. Fra le proposte delle lauree magistrali e specialistiche oggi si diceva che è in programma di creare due corsi, uno per l’adolescenza e uno per la vecchiaia. Ho come l’impressione che quello dell’adolescenza sarà parecchio più gettonato, dato che secondo il mio parere personale la psicologia della vecchiaia non è che sia il massimo per uno studente di 20-30 anni.
In concomitanza con le discussioni di queste settimane nel corso di “sviluppo affettivo” sono state fatte lezioni sulla terza-quarta età. Questa fase vitale viene presentata come una vittima di stereotipi pesanti, non è vero che gli anziani si richiudono in se stessi, rinunciano alla vita sociale, lavorativa e sessuale. La vecchiaia è presentata come un’età interessante per chi la vive e per chi la studia e sono stati anche descritti casi di vecchi che copulano come ricci a ottantanove anni. Non so se questo ultimo dato sia la regola o l’eccezione, ho sempre pensato fosse la seconda e il corso non ha esposto statistiche che confutassero questa opinione.
Fatto sta che queste lezioni sulla terza età sono uscite fuori proprio quando si parlava di questa faccenda della possibile creazione di un corso specializzato nella vecchiaia.
Coincidenza? Chissà…
Comunque la questione non mi ha tanto colpito per il rischio in sé della possibile creazione di questo corso, è un problema principalmente per quelli di sviluppo alcuni dei quali, al limite, potrebbe tentare di convergere nella specialistica riservata all’ambito clinico.
La cosa che mi ha scocciato è che hanno bocciato la controproposta della Simonelli, ovvero la possibilità di creare un corso di sessuologia clinica.
Motivo della bocciatura (contestato oltretutto dalla stessa Simonelli) è che non ci stanno abbastanza professori per tenerlo. Il corso sarebbe difficile da creare perché necessita di una collaborazione con la facoltà di Medicina.
Il fatto è questo.
Per prima cosa è uno schifo che ancora non esistano possibilità di creare una collaborazione fra discipline diverse, importante per qualsiasi facoltà, in particolare per la psicologia. Questa gran sola della laurea 3+2 dovrebbe avere in teoria il pregio di essere flessibile, versatile, variegata. Ma le logiche che reggono l’organizzazione sono ancora fondamentalmente quelle della laurea di cinque anni, il risultato è che studiamo di più e impariamo di meno e che la laurea nella quale stiamo rimane poco versatile. L’unica cosa che i professori sono riusciti a fare in questo caso è aumentare il numero di libri che dobbiamo studiare, dato che sono quasi tutti libri scritti da loro.
Secondo punto.
Anche la psicologia della vecchiaia richiede la partecipazione di medici, quindi è una stronzata la storia che non è possibile creare questa fantomatica collaborazione fra medici e psicologi. Per sessuologia forse ci vorrebbe qualche sforzo in più, ma non sarebbe una cosa impossibile.
La verità è che i professori preferiscono cambiare poco le cose, la didattica non intendono cambiarla radicalmente e si limitano ai cambiamenti più comodi. Perché in fondo, fare lo psicologo della vecchiaia riesce loro più facile, l’età media del corpo docente è già superiore ai 50 anni!
E in questo modo creano solo un’ultraspecializzazione nella professione psicologica, cosa che per me è già di per sé stupida, ma la vogliono aggravare. Senza contare che l’offerta formativa non va incontro agli studenti.
E’ come andare in pasticceria e chiedere Vorrei due etti di cioccolatini!
Il pasticcere prende la paletta, riempie un sacchettino e dopo che l’hai pagato e aperto per mangiarlo se ne esce fuori: Guarda la cioccolata è finita. Però ti ho dato mezzo chilo di merda. Buon appetito!

3 Comments:

  • Vorrei intervenire su questo post. A mio parere la frammentazione della facoltà di psicologia 1 è ridicola. Ci sono 4 diversi corsi di laurea (senza contare Psicologia2 OVVIAMENTE) tramite i quali, previo superamento dell'esame di Stato, si può diventare psicologi. Ma se diamo un'occhiata agli argomenti degli esami di tutti i corsi (come faccio io) oppure si frequentano proprio (come fa Tancredi) si scoprono NUOVI MONDI. Diversi sguardi alla psicologia, approcci innovativi (discutibili sicuramente, ma poliedrici)... Perchè dunque, finita questa scalata selvaggia, una mandria di persone con modelli, basi teoriche, riferimenti professionali si trovano tutti nella stessa condizione? Perchè quello è! Noi per il mondo intero rimaniamo Psicologi... Poi vallo a spiegare che noi siamo psicologi clinici, che ci stanno sulle palle i "volemose bene" e i "correliamo la lunghezza del pene con l'intelligenza sociale"... Noi rimaniamo psicologi sempre e comunque. Ma perchè I corsi devono lavorare a compartimenti stagni? Voglio dire: è già una professione frammentata, ci vogliono in più far frammentare già mentre studiamo!!!! è una idea davvero psicotica! Lungi dal tessere le lodi del sistema americano (dove tutti gli psicologi, psichiatri e sociologi letteralmente PARLANO LA STESSA LINGUA avendo redatto tutti insieme appassionatamente il diessemme) avanzo questa proposta: e se abolissimo tutti le diversificazioni? Se esistesse un corso unico, aperto al dialogo ma privo di rivalità del tipo "ahah,tu sei uno che dice VOLEMOSE BENE" o "ahah, tu sei uno che correla la lunghezza del pene con l'intelligenza sociale"? Ma sarebbe così folle formare degli psicologi su linguaggi poliedrici ma condivisi e riconosciuti, di modo che tutti almeno possano confrontarsi?

    Mamma mia quanto sono prolisso...

    By Anonymous Anonimo, at 2:54 PM, novembre 27, 2007  

  • Quoto appieno il faggiano. Ribadisco che l'ultraspecializzazione è una cazzata, gli psicologi devono essere versatili sennò ti credo che non trovano lavoro (della serie "no, lei ha 49 anni e io prendo pazienti dai 50 in su"). Purtroppo la storia del corso unico temo sia una vera utopia, troppe cattedre andrebbero abolite e molti professori, anche se tengono corsi del cazzo, non vorrebbero andarsene. Noi parliamo tanto di potere incompetente, ma alla fine è una filosofia che vige nella nostra università perchè se al parlamento i culi stanno attaccati alle poltrone, la stessa cosa vale con le università e le cattedre...

    By Blogger Edric Ant, at 5:20 PM, novembre 27, 2007  

  • E' un argomento troppo interessante per confinarlo nell'area commenti di un post qualsiasi. Invito il fagiano ad aprire un post su questo tema in modo da renderlo più disponibile al dibattito...

    By Anonymous Anonimo, at 12:47 AM, novembre 28, 2007  

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