Casa Nemorense

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martedì, marzo 20, 2007

Niente più cellulare: torniamo ai segnali di fumo!

Cellulari vietati nelle scuole.
Non è un problema che mi riguarda, al liceo non ci vado più e, alla fin fine non me ne fregherebbe neanche troppo, dato che il cellulare lo metto sul silenzioso, quando sto a lezione.
La Francescato odia i cellulari e coloro che ce l’hanno a lezione. Fatti suoi.
Fin qui, tutto a posto, la cosa non mi riguarda più di tanto.
A ora di pranzo riprendono alla radio con questa storia dei cellulari vietati nelle scuole e incominciano con la solita lunga serie di banalità e, avendo seguito la lezione di Psicologia di Comunità, viene sfondato il tetto massimo di cazzate che il mio cervello è in grado di incassare in una giornata. Ma non è una tragedia, non posso rovinare il mio buon umore per un’inezia simile.
Il mio cervello ha visto momenti peggiori e, come sospettano in molti, forse ha già subito danni irreparabili da molto tempo.
Non mi posso arrabbiare per niente.
Fino a quando, non interviene Maurizio de Ferraris, professore di Filosofia Teoretica, che collabora a un programma di “ontologia applicata” e che espone il suo libro “Ontologia del telefonino”.
E’ un mese che mi sto zitto, tutti sanno per il mio inveterato odio per i filosofi, ma questa se la sono cercata!
Primo: ONTOLOGIA APPLICATA?!
E’ una contraddizione in termini, come si può applicare l’ontologia? Io sono scemo lo so, chiedo al mio affezionato fan Giovanni l’arrotino di spiegarmela.
Secondo: ritorniamo alla questione del cellulare, sul primo punto ci ammazzeremo con comodo in seguito.
Io uso il cellulare, ma il mio mondo non gira attorno a esso. Il primo cellulare l’ho avuto relativamente tardi, mi rifiuto categoricamente di fare come fanno molti che ne usano due, ho uno scassatissimo Motorola (non chiedetemi il modello perché so dire solo che non è nuovo!), preferisco la suoneria old style invece di quelle polifoniche e invece di scaricarmele mi sono copiato quella de “Il padrino”.
Si sarà ben capito che non me ne frega niente di stare al passo coi tempi e seguire la moda.
Ma penso che non si possa impedire di usare il cellulare, che oltretutto è un accessorio così importante che in alcuni casi diventa parte integrante dell’identità di molte persone, forse addirittura di un’intera generazione.
Ci sono due filmati di violenza nelle scuole filmati col cellulare e poco dopo vietano i cellulari a scuola (una coincidenza?).
Il solito balletto del capro espiatorio dei media.
Dei satanisti ammazzano una ragazzina e se la prendono con la musica heavy metal.
Dei cretini buttano sassi dal cavalcavia e se la prendono con i videogiochi violenti.
Ma andate affanculo!
Che c’entra il cellulare se ci sono degli studenti che si menano o palpano la prof? Anzi, ringraziamo il cellulare che ci ha dato l’ennesima prova che la scuola italiana è una merda! Altro che vietarlo, dovremmo usarlo per cogliere in flagrante altra gente del genere!
Il problema non sono i videogiochi violenti o l’heavy-metal, è l’educazione, le storie familiari, il fatto che magari chi fa quella cosa vive in paesini sfigati dove ci sta un baretto e un cinema che cambia film ogni tre mesi, dove la gente, il sabato sera, se non si droga e non si ubriaca si può solo impiccare! E’ colpa dell’economia e della società con cui stiamo a contatto, non di due elettrodomestici come il cellulare, il computer o l’mp3! E’ comodo andare a rompere le palle ai videogiochi e i cellulari e rimpiangere un paradiso bucolico quando è il sistema che fa acqua da tutte le parti!