Casa Nemorense

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sabato, gennaio 05, 2008

Paradigma indiziario. Parte terza.

La merceria Josephine non era un’ottima copertura per attività illegali, il luogo era pieno di poliziotti. Fortunatamente, ai poliziotti era stato offerto un giro gratis di fishes e una buona parte della clientela era composta proprio da loro, che dopo il primo giro si giocavano metà della paga, perdendo. MacCarligan aveva anche la fama di tipo dalle larghe vedute, quindi non attirò su di sé le occhiatacce solitamente riservate ai piedipiatti. Il primo membro del personale che incontrò era un uomo tarchiato, sulla trentina, indaffarato al tappetino della roulette.
Era calvo, con qualche capello ancora ospitato sulla testa, con una faccia ovale e grassoccia, la camicia bianca con pacche di sudore, un mezzo cappellino con la visiera abbassata e le maniche tirate su che mostravano due braccia pelose e un mozzicone di sigaro puzzolente in bocca. Gli avventori si riferivano a lui chiamandolo Lauriol.
Si trovava nel suo elemento, su quel tavolo da bisca clandestina e ci sguazzava allegramente e con disinvoltura. MacCarligan gli si avvicinò, infilandosi fra gli altri giocatori.
Ho bisogno di parlarle.
Dammi del tu, mi chiamo Marcus.
Bene Marcus, sai dirmi dove si trova Luis Lion? Mi hanno detto che lavora qui.
Oggi si occupa del black jack, sta al tavolo sei.
Grazie.
E lasciò quell’allegro biscazziere ai suoi giochi di probabilità (anche se erano giochi probabilmente truccati).
Luis Lion era al tavolo sei, per l’appunto, circondato da donne non più giovani ma che si atteggiavano come tali, sbarbatelli pronti a perdere i loro soldi e vecchi ubriaconi.
Lion forse aveva la stessa età di Lauriol, ma aveva un aspetto più giovanile.
Era uno spilungone dalla pelle olivastra, aveva una testa con un’ampia fronte senza capelli e anche lui aveva un sigaro, solo che era cominciato da poco. Sembrava tutto, meno che un uomo che come lavoro ufficiale faceva il maggiordomo.
Distribuiva le carte con velocità e stile impeccabile e il suo sorriso levantino era la gioia delle vecchie signore che lo guardavano estasiate.
MacCarligan decise di aspettare sorseggiando un’acquetta sporca che la cameriera aveva spacciato come Cosmopolitan. Per fortuna, i giocatori gli diedero una tregua, ci fu un momento in cui si aprì un varco fra gli scommettitori e vi si infilò.
Mostrò sbrigativamente il distintivo e gli disse che doveva parlargli.
Lion rimase un po’ spiazzato, ma continuò a condurre il gioco per altri cinque minuti, fino a quando non fece venire un altro croupier che gli diede il cambio.
Gli era sembrato un poco pensoso durante quei cinque minuti, Carligan si era messo in bella vista all’altezza del bancone, lì il posto era meno chiassoso e sarebbe stato più facile parlargli e mentre attendeva il suo arrivo lo aveva osservato con attenzione.
Lion arrivò, ostentando uno sguardo amichevole e collaborativo.
Avrebbe dovuto essere delicato e metterlo a suo agio. Ma non era il suo forte mettere a suo agio le persone.
Il signor Lombard per il quale lei lavora è stato derubato. Dov’era lei la sera di una settimana fa?
Ero qui, come ogni sera di venerdì, Nadia sa della cosa, ma l’avevo pagata per non spifferarlo in giro o rischio di perdere il lavoro a villa Lombard.
Non è vero
disse Cardigan
Cosa?
Stiamo parlando di venerdì 17 e questo è un rifugio di scommettitori superstiziosi. Una bisca clandestina di venerdì 17 fa meno soldi, perché quasi nessuno crede di potersi affidare alla fortuna in un giorno simile. Se la bisca aprisse dovrebbe corrompere un sacco di poliziotti per ospitare una decina di clienti e non ne varrebbe la pena.
Lion non rispose per contraddirlo. Ci aveva preso.
Dov’era la sera di venerdì 17? Lo incalzò.
Non glielo posso dire.
La faccio arrestare.
E come?
Disse Lion beffardo dovrà ammettere di essere venuto a trovarmi in una bisca clandestina e dovrà dire anche che ci ha trovato metà dei poliziotti del distretto! Farebbe scoppiare uno scandalo!
Ah ma io farei molto di meno
. Disse Cardigan. Direi semplicemente agli scommettitori che il croupier di black jack bara!
Come?
Disse Lion sbigottito.
Ci troviamo in un seminterrato, pieno di fumo da sigarette e mal areato, con un caldo pazzesco. Tutti quanti stanno morendo di caldo qui e lei è l’unico che continua a lavorare con giacca e camicia, senza nemmeno aver ripiegato le maniche.
E allora?
Fece l’altro nascondendo la paura.
E allora lei ha il classico asso nella manica della camicia. Vogliamo controllare? Se vuole avverto tutti gli altri avventori e la costringo a mostrare cos’ha nella camicia.
No, no! Ha vinto!
Bene
fece Cardigan soddisfatto dov’era la notte del 17 venerdì?
Ero al bordello di Frances Donuts.
Continua….

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