Casa Nemorense

Roma: servizi e attività. Guida ai servizi e alle imprese di Roma, mangiare, dormire divertirsi a roma

venerdì, gennaio 26, 2007

Vero o falso? Che palle!

Quest’anno Carli ha detto a lezione che noi psicologi non dovevamo dire cos’è giusto o cos’è sbagliato, ma dovevamo limitarci a capire cosa è vero e cosa è falso. Suscitando così l’ira di irtimiD e le sue solite reazioni. IrtimiD si ribella in classe, poi cerca di ripartire alla carica attaccando il prof a lezione finita, fallendo perché il pelatone scappa come sempre e alla fine, dopo avergli mandato una quantità incalcolabile di e-mail che non riceveranno mai una risposta, pubblica il primo post serio del blog, una violenta filippica contro l’affermazione del Carli, perché gli psicologi non possono limitarsi a distinguere il vero dal falso, perché sarebbe fornire un’analisi insufficiente nella descrizione della realtà psichica. Un punto per irtimiD.
Il problema è che dopo questo conflitto, praticamente tutti i membri del blog, pur contrastando l’affermazione di Carli, gli hanno dato ragione, perché hanno iniziato un’infervorata Crociata alla ricerca della Verità, cercando di stabilire quale fosse il fondamento delle teorie psicologiche. Animati da uno zelo quasi religioso, giustificando questa Crociata come una ricerca delle basi epistemologiche della psicologia, hanno tutti organizzato animatissimi dibattiti accademici in cui si è discusso ampiamente sulla fondatezza della psicologia.
Mi dispiace dirlo, ma per combattere in questo pantano dialettico ci vorrebbe un filosofo. Io li odio i filosofi, ma mi tocca farlo, in questo caso.
Sono stato definito da irtimiD come un martire della psicologia, dedito nell’inutile difesa di quest’ultima. IrtimiD, mi sembra un po’ stupido definire inutile la difesa della psicologia quando tu studi proprio quella. Ma se io sono un martire dedito a una causa persa quale la difesa della psicologia, mi sembra ancora più inutile ostinarsi nel difendere le sue basi epistemologiche.
Perché la verità è che chi fa questi discorsi sul vero o falso (come se fossero ritornati all’esame di teoria della patente), fa uno sforzo inutile, perché l’epistemologia della psicologia è una beata puttanata.
Dimostrare la fondatezza della psicologia non ha nessun senso.
Fatevi una doccia fredda, i problemi epistemologici non ce li abbiamo solo noi psicologi, noi continuiamo a dire che a fisica e matematica non si pongono problemi simili, ma non è così.
Anche i fisici e i matematici hanno avuto dei paradigmi che sono crollati o sono stati duramente attaccati, come avvenuto con la fisica classica, col relativismo, la geometria euclidea e altri. Capisaldi che sembravano fortezze inespugnabili dello studio dei fenomeni sono crollati come castelli di carta. E questo è successo con discipline con centinaia di anni che ne garantivano robuste basi epistemologiche e che studiano fenomeni tangibili e verificabili grazie all’esperienza.
Se i fisici e i matematici hanno avuto problemi del genere, come pensate di risolvere quelli della psicologia, che è una disciplina giovane, divisa, evanescente, senza confini che ne limitano il campo di competenza e che si trova ad analizzare il cervello, che è in assoluto il pezzo di materia più complesso di tutto l’Universo?!
La verità è che avete tutti abboccato alla proposta di Carli e per giunta, lo seguite nella maniera che lui odia di più: la disquisizione filosofica per la ricerca del Vero e del Falso.
Riprendo la mia proposta, anch’essa consigliata da Carli, ma almeno io sono coerente e la seguo perché l’ho apprezzata subito: dobbiamo acquisire dei modelli.
Ovviamente li dobbiamo acquisire senza dimenticare che potrebbero non essere dei modi realmente validi per interpretare la realtà psichica, che non sono gli unici e incontrastati modelli, che forse un altro modello è quello giusto o che forse sono tutti quanti sbagliati. Lasciamo stare il giusto e sbagliato, lasciamo stare anche il vero e falso. Limitiamoci all’utile e al non utile. L’importate è avere clienti e farli stare meglio e chiedo scusa se questa può sembrare una sdolcinata banalità, ma è così. Io onestamente, ritengo di avere simpatie per la psicoanalisi, ma non ho ancora acquisito un modello in particolare, perchè mi sembra troppo presto per farlo, dato che le uniche esperienze cliniche che ho avuto sono le mie ultime ragazze. Ma prima o poi ce l'avrò chiaro, questo modello da acquisire e dovreste fare così anche voi (non dico frequentare ragazze con problemi mentali come ho fatto io, dico acquisire un modello dopo una decisione ponderata!). E poi non abbiate paura, che le discussioni che fate ora torneranno a galla. Torneranno a galla quando saremo laureati e quando un filosofo verrà a romperci le palle dicendo che la psicologia non ha basi epistemologiche. Oppure potete anticipare questo evento se mai vi capiterà di discutere con uno studente di filosofia. Una cosa è certa. Semmai riuscirò a laurearmi e a esercitare, posso garantirvi con la più totale certezza, che se arriva un filosofo che mi tira fuori questa tiritera, lo prendo a calci in culo. Voi siete liberi di fare come volete, unitevi a me o dategli ragione. Ma prima vedete di acquisire un cazzo di modello, o almeno di laurearvi!

giovedì, gennaio 25, 2007

Comunicazioni calcistiche


Salve a tutti, sportivi e pelandroni, alpinisti e casalinghe, secchioni e pupe!
Qui è Santo Subito, il figlio bianco di Pelè!
Scusate il disturbo: volevo solo comunicare a Irtimid la mia defezione calcettistica, che mi impedirà di prendere parte alla partita di oggi pomeriggio. Siccome su messenger non mi risponde, e siccome non ho voglia di spendere soldi per chiamarlo sul cellulare o per mandargli un sms, ho deciso di utilizzare questi potenti e gratuiti mezzi massmediali per avvertire la casa nemorense.
Ho comunque pensato a voi squadrone nemorense, mancanti di un calciatore a questo punto, e ho perciò contattato il mio amico Francesco er coattone (v. foto) per chiedergli se poteva venire al mio posto, ma come potete vedere anche lui ha avuto una defezione... anzi defecazione direi!
Mi spiace. Ma non preoccupatevi, perché presto tornerò a sommergervi di gol e a regalarvi sprazzi della mia classe sopraffina!
Alla prossima, ciao!

La guerra dei modelli

Difficile che qualcuno prenda sul serio un post scritto da uno che tiene nascosta una bambola gonfiabile nell’armadio. Mi appello alle vostre mentalità aperte e tolleranti dato che, in fondo, il regalo l’ha scelto irtimiD, non io. Durante la famigerata festa, prima della goliardica conclusione al “Roma Caput”, si era aperta la solita botta e risposta sulla psicologia. Purtroppo, non ho potuto seguirla se non per frammenti,perché parlavo con altri. L’unica volta che sono riuscito a infilarmi e a intervenire nella discussione non sono stato chiaro e vorrei spiegarmi meglio.
La discussione era alimentata da Gian Marco, studente di fisica che, in quanto scienziato a tutti gli effetti, era comprensibilmente scettico sulla fondatezza della psicologia.
Si parlava di modelli psicologici, che sono tanti e spesso in contraddizione, nessuno ti può dire qual è quello “giusto” da seguire, dato che la psicologia non ha basi scientifiche che ne possano giustificare i metodi.
La questione era questa: se in psicologia ci sono tanti sistemi di interpretazione della mente, quale possiamo scegliere? Se uno porta un disagio psicologico, quale fra i tanti seguaci di questi modelli deve consultare?
La risposta che ho dato io, poco chiara e inaspettata è stata: “chi ha un problema, va dallo psicoterapeuta che gli piace di più.”
Spiego meglio.
Ci sono tanti tipi di modelli seguiti dagli psicoterapeuti: psicanalitici, sistemico-relazionali, analisi della domanda, umanistici etc.
Forse sono tutti sbagliati, non possiamo saperlo.
O forse sono tutti giusti. Dico giusti nel senso che è possibile che ci siano tipi di persone che sono più adatte nel seguire e nel farsi analizzare da uno di questi tipi di modelli seguiti in una terapia.
Chi porta un disagio psichico di un certo tipo può andare dallo psicoanalista, chi ne ha un altro può essere più adatto all’analisi della domanda.
Modelli diversi portano anche setting diversi. Non è detto che tutte le persone siano propense ad adattarsi o a permettere un’analisi all’interno dello stesso setting. Qualcuno può essere più adatto al setting di una terapia duale, qualcun’altro a quello di una terapia di gruppo.
Cito il “caso di Valery” descritto in “Dinamica di gruppo” e lo ripeto per chi non ha seguito il corso, senza fare nomi (irtimiD). Descriveva il caso di una musicista che va in terapia di gruppo e si comporta in modo talmente scorretto con i membri e il terapeuta , che alla fine viene cacciata. In questo caso, una personalità fortemente narcisistica ed esibizionista rendeva impossibile la cura di questa donna all’interno di un setting di gruppo, perché imponeva agli altri un setting più adatto a una terapia duale. Prendete la psicoanalisi.
Freud è andato in analisi da solo. Ha analizzato i suoi sogni, ha pensato sul suo passato e un giorno ha detto: “ragazzi sono guarito!”. Lui, l’ha fatto perché è stato il primo psicanalista e quindi poteva fare quello che cazzo gli pareva. Poi ha creato la società psicanalitica, ha avuto i suoi seguaci, è diventato famoso e ha imposto ai suoi successori il suo modello.
In questo caso ci troviamo di fronte a un uomo che ha analizzato sé stesso, seguendo ovviamente il modello che voleva lui, in quanto è stato lui stesso a idearlo e ha esportato questo modello agli altri. Sicuramente, lui è rimasto il morfinomane, cocainomane, porco, nevrotico che era prima, ma questo perché si è analizzato da solo in un momento di megalomania, mentre mi sembra ragionevole affermare che molte delle persone curate da lui abbiano veramente avuto dei miglioramenti.
Freud ha avuto un sacco di rivali e persone che rifiutano le sue teorie, ma forse perché queste persone non erano analizzabili attraverso il suo modello sesso-centrista, mentre quelli che lo hanno seguito e hanno beneficiato delle sue sedute sì.
Lasciamo stare quindi questa fissazione sulla scientificità della psicologia, perché questa scientificità non c’è. Limitiamoci ad acquisire quei modelli che sembrano adatti a noi e a quelli che speriamo di poter analizzare un giorno.

martedì, gennaio 23, 2007

Tancredi Pascucci in "alla conquista della bambola libidinosa"