Casa Nemorense

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sabato, dicembre 15, 2007

La bestia nera.

24 a tecniche dei test! a Falcone è un po’ stronzetta, ma io potevo anche imbastirla meglio va detto.
Un grazie ai preziosi consigli di Deus e psiche84.
Argomento a piacere, ho parlato dell’evoluzione dei test nella storia ed è andata bene. Era un argomento del libro suo e oltretutto l’ho collegato con il libro grande e menzionato addirittura una cosa che lei aveva detto solo a lezione (confesso, molto da ruffiano) e ho fatto un figurino. Prima sua domanda, mi parli del MMPI. Ho detto come e quando era nato, ho detto che era stata fatta una seconda versione con delle nuove scale, ho detto quante erano, senza elencarle una per una e lei è andata avanti. Fin lì, quasi perfetto.
Seconda domanda: il Blacky.
L’ho presentato, chi l’ha fatto, quando l’ha fatto, come è composto, la topica alla quale era inizialmente ispirato, le caratteristiche della procedura secondo Murray e l’introduzione delle preferenze.
Lei ha chiesto PERCHE’ hanno abolito l’inchiesta e introdotto le preferenze. Inizio ad arrampicarmi sugli specchi. Riesco a dire che la prima versione era suggestiva perché erano domande a risposta chiusa, lei dice che era perché lo psicologo suggeriva le interpretazioni e che non era la cosa che avevo detto io (bha).
Si passa al sistema onnicomprensivo di Exner. Gli specchi si fanno più scivolosi. Iniziando a imbastire, riesco comunque a presentarlo decorosamente, lei mi blocca, dice che non ho detto una cosa giusta e dice quello che dovevo dire, dicendo in sostanza la stessa cosa (altro bha mentale).
Mi pare mi abbia fatto un’ultima domanda, che non ricordo e alla quale non sono riuscito a rispondere. Le mie unghie stavano stridendo sullo specchio in maniera eccessivamente rumorosa e fastidiosa, forse il rumore era tanto forte da impedirmi di sentirla quella domanda.
Lei dice quantifichiamo. Suspence. Penso di essere perduto. 24. Godo. Ci penso un attimo perché non era molto alto ma alla fine accetto. Seguono i festeggiamenti.

Conclusioni.
L’esame non è impossibile, ma è cazzuto. Prima di me la Falcone aveva avuto uno che era andato da Dio e aveva preso 28 una l’ha bocciata, un’altra ha preso 21 e l’ha rifiutato. L’esame in sé è architettato in modo da stressare lo studente: inizia alle 8 e mezza, ha un ordine del tutto arbitrario, spesso, come con me, si viene chiamato quando uno non se l’aspetta. C’era un assistente, teneva più a lungo, ma è stata più buona, l’unico trenta che ho visto mettere l’ha messo lei (comunque me ne sono andato piuttosto presto).
Consigli.
Il primo, scontato, è: studiate tanto.
Il secondo, forse è più utile.
La Falcone ha messo una simpatica regola.
Se vi segnate all’esame, ma non vi presentate, non potete presentarvi all’appello successivo.
Se vi segnate all’esame, ma vi presentate troppo in ritardo, apparite come assenti e non vi potete presentare all’appello successivo.
Se vi boccia, non vi potete presentare all’appello successivo.
Se vi siete segnati, presentati, ma dopo queste belle cosette che vi ha detto non ve la sentite e chiedete di presentarvi all’appello successivo, apparirete come assenti, ergo non potrete presentarvi all’appello successivo.
Carina eh?
Quindi, per evitare di cadere in un esame trappola che vi preclude l'appello successivo. iniziate a studiare l’esame con ricco anticipo, regolatevi voi.
Sappiate che i primi che si segnano saranno gli ultimi che dovranno affrontare l’esame, quindi meglio non segnarsi subito, ma nemmeno all’ultimo o sarete i primi interrogati. Non segnatevi subito quindi, oltretutto in questo modo saprete con maggiore certezza se siete in regola con la tabella di marcia.

mercoledì, dicembre 12, 2007

Problem solving.

State andando male a un orale? Provate a dire una di queste cose. Tanto se stavate per essere bocciati non poteva andare peggio di così no?

- Sa, non sto andando molto bene, ma deve sapere che ieri sera ho fatto le ore piccole…
- Andiamo, mi promuova, sono così simpatico!
- (Ammiccando) Che cosa fa stasera? (n.d.r. che schifo!)
- Se mi boccia mi metto a piangere!
- Sto andando male perché il suo modello non rispecchia la competenza psicologico-clinica!
- Se sta pensando di bocciarmi sta facendo un grosso errore!
- Sa, io vorrei un trenta e lode…(mettete sul banco con disinvoltura una banconota da cinque euro. Il prof vi guarda in cagnesco.) Ah, scusi (mettete sul banco un’altra banconota da cinque euro.).
- Non mi può bocciare, sono così carino!
- Sono sicuro che anche lei una volta è stata bocciata/o. Come si è sentita/o quella volta? Andiamo, sia empatica/o!
- E come diceva Socrate, io so di non sapere!
- (Indignato) Se non mi promuove io mi alzo e me ne vado!
Tentar non nuoce. Al limite vi ripresentate dopo un anno con barba, baffi finti e occhiali neri.

domenica, dicembre 09, 2007

Cercasi appunti (non disperatamente, ma quasi)


Qualcuno ha appunti di Psyco dello sviluppo e storia della psicologia e della scienza?

Se, si, me ne manderebbe una copia? Thanks a lot ;)

Tecniche dei test

Mi sto dannando per l’esame della Falcone.
E’ la prima volta che lo do e, chiedendo in giro, non si sentono belle cose su di lei. La mia opinione non cambierà, che lo passi o meno.
Leggendo il libro scritto dalla prof, appare in continuazione il termine inesperto, riferendosi a errate conduzioni di un intervento psicologico. Lo psicologo inesperto è quello che non calcola le reazioni controtransferali, che interpreta in maniera sbagliata alcuni comportamenti del paziente, chi sottovaluta alcuni aspetti della diagnosi o dell’alleanza diagnostica o terapeutica.
L’esperto è colui che ha esperienza, colui che ha acquisito conoscenza per prove ed errori, che ha acquisito competenza anche solo guardando dagli altri. L’inesperto è quindi colui che non ha queste cose e, se non le ha potute avere, il motivo più semplice è perché è uno psicologo giovane, che lavora da poco e che quindi non ha esperienza per l’appunto. Nella mia fantasia vedo quindi il giovane psicologo sbarbatello, imbranato, magari fomentato per aver finito la laurea e il tirocinio e che rischia di fare qualche casino, applica acriticamente la tecnica, non analizza gli agiti del paziente all’interno di una relazione, non calcola le proprie emozioni, ma poi arriva lo psicologo che salva il paziente e il giovane psicologo perché ci sa fare, è più maturo, più navigato, più esperto.
Più vecchio.
Per carità, è molto probabile che uno psicologo alle prime armi sia comprensibilmente spaesato, poco pratico, imbranato, magari anche rigido per il gap che separa la teoria dalla pratica professionale, è decisamente probabile che anche io e molti altri saremo così.
E’ un fattore di rischio l’essere giovani, ma non una causa inappellabile del non poter essere incompetenti.
Incompetenti, questo era un termine adatto per definire uno psicologo che non sa fare il suo lavoro. Incompetente o incapace è poco elegante come termine per un testo universitario? Ci sta anche dilettante, rigido, poco capace e tanti altri
Perché proprio inesperto?
Sentendo altri studenti su questo famoso orale ho sentito che la prof è molto puntigliosa, vuole sapere i termini giusti e nel giusto ordine. Magari è per questo che gli psicologi freschi di laurea appaiono così rigidi e spesso inesperti no? Hanno dovuto imparare a memoria un libro senza metterci uno sputo di pensiero proprio, senza neanche avere il permesso di rielaborarlo in una maniera personale, poi ti credo che applicano le tecniche apprese in maniera rigida (se ancora le ricordano e non hanno rimosso)!
Mettiamola così. Inesperto è stato scelto rispetto a incompetente perché solo gli psicologi freschi di laurea possono esserlo, in quanto giovani. Gli psicologi che operano da anni, invece non possono essere inesperti, loro lavorano da anni! Ti propongono di studiare l’antropologia lombrosiana, ma ci sarà un motivo buono per importela, loro fanno il loro lavoro da anni!
Se mettevano il termine incompetente era magari meno elegante, ma era un po’ più realistico, perché chiunque rischia di essere incompetente, sia che lavori da un mese, sia che eserciti da anni.
Non è vero?
Pensate che lavorare da anni impedisca di essere incompetente? Un grosso NON SAPREI!
Ma andiamo oltre.
Se noi, dopo la laurea e il tirocinio non sapremo fare il nostro lavoro, sarà colpa solo nostra o meglio, dovremo per forza passare qualche anno come neo-psicologi sfigati (perché inesperti) prima di accumulare un tot di anni che ci innalzino miracolosamente al leggendario ruolo dello psicologo competente. Io penso che se non sapremo fare il nostro lavoro sarà in parte colpa nostra (perché noi siamo in parte fautori della nostra competenza), in parte della nostra inesperienza, ma anche del fatto che abbiamo seguito un iter di formazione con qualche lacuna e un tirocinio poco professionalizzante. Ma per carità, dice Adelaide, se non sapremo fare il nostro lavoro sarà colpa solo nostra perché siamo giovani e dobbiamo prenderlo in quel posto, non perché il corpo docente, in alcuni casi potrebbe averci offerto una preparazione scadente!
Posso anche accettare il fatto di maturare una competenza a scoppio ritardato, ma se la maturo è colpa mia e di chi organizza questo corso di laurea, non solo perché è scritto su un libro che passerò inevitabilmente i miei primi anni da psicologo come un povero stronzo.